Le api sono tra i più sensibili indicatori ambientali e questi anni di cambiamenti climatici incidono anche sulla produzione di miele. Lo sanno bene gli apicoltori di Sortino che devono fare i conti con le pazzie del clima degli ultimi anni.
Per avere la produzione del miele il clima la fa da padrone: servono infatti stagione con la giusta dose di pioggia e sole per garantire le fioriture, serve che nel periodo in cui le api si posano sui fiori non ci sia vento o nebbia e infine bisogna evitare le gelate tardive che mettono a rischio le fioriture. Questo allineamento non è certo semplice in un epoca dove a metà marzo siamo già in piena siccità.
Con queste temperature le api si ritrovano a non sapere più quando è inverno perciò portano avanti le famiglie fino a dicembre o gennaio, poi risentono la primavera e ricominciano a riprodursi e diventano numerose ma poi in questo periodo non trovano il cibo perché non è periodo di fioritura e spesso questo ne determina la morte.
La prossima volta che vedete l’infaticabile ape spossata dal continuo lavoro mettetele a disposizione un po’ di acqua e zucchero, perché salvare un ape vuole dire salvare noi stessi.
“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
Frase attribuita ad Albert Einstein che riassume tutta l’importanza di questo piccolo insetto a livello globale.