Solstizio d’inverno 2019.

Sarà la giornata più corta dell’anno e non il 13 dicembre come si crede.

È il giorno più corto dell’anno, ma anche il momento esatto in cui inizia l’inverno astronomico per l’emisfero settentrionale. Stiamo parlando del solstizio d’inverno, che nel 2019 cade il 22 dicembre alle ore 4:19 italiane, con un giorno di ritardo rispetto allo scorso anno, quando l’appuntamento era andato in scena il 21 dello stesso mese. Vediamo perché.

Perché il 22 invece che il 21
Il fatto è che il solstizio d’inverno (ma analogo discorso vale per quello estivo) non ha una data fissa: può infatti cadere il 21 o il 22 dicembre a causa della differenza che c’è tra l’anno civile e quello solare. Il primo conta di norma 365 giorni, mentre il secondo dura circa 6 ore in più. Per la precisione avanzano 5 ore 48 minuti e 46 secondi, un’eccedenza che ogni anno fa slittare la ricorrenza leggermente più avanti, finché, oltrepassata la mezzanotte, si passa al giorno successivo. Questo spiega il motivo per cui nel 2018 il solstizio è avvenuto il 21 dicembre alle ore 22:22, mentre nel 2019 occorre aspettare la notte tra il 21 e il 22.

Ogni quattro anni l’aggiunta forzosa di un giorno in più (anno bisestile) per evitare lo slittamento delle stagioni riallinea anche il solstizio, facendo automaticamente “tornare indietro” la data.

Cos’è il solstizio d’inverno
Il solstizio è in astronomia il momento in cui il sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massima o minima. Questo significa che il solstizio di estate e il solstizio di inverno rappresentano rispettivamente il dì più lungo e il più corto dell’anno. L’impressione del “fermarsi” del sole è dovuta al fatto che in corrispondenza dei solstizi la variazione della declinazione è molto lenta (lo si vede bene nell’analemma), a differenza degli equinozi in cui la variazione della declinazione è più significativa.

Nel corso di un anno il solstizio ricorre due volte: il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno (segnando l’inizio dell’estate boreale e dell’inverno australe) e il valore massimo di declinazione negativa in dicembre (marcando l’inizio dell’inverno boreale e dell’estate australe).

Il solstizio ritarda ogni anno di circa 6 ore rispetto all’anno precedente e si riallinea forzosamente ogni quattro anni in corrispondenza dell’anno bisestile, introdotto proprio per evitare la progressiva divergenza delle stagioni con il calendario. A causa di tali variazioni può capitare che i solstizi cadano il 20 o il 21 giugno oppure il 21 o il 22 dicembre.

Autore dell'articolo: Meteosortino